museo dei grandi fumi

Quante ragioni ci sono per non mandare la cannabis in fumo?

  • Il 29 Ottobre si è svolto a Rovigo, al Museo dei Grandi Fiumi, il convegno annuale sulla cannabis terapeutica e industriale, che ha come obiettivo quello di discutere sui numerosi impieghi della cannabis, valutare i potenziali dell’utilizzo della pianta in agricoltura e in medicina e, capire per quale ragione sempre più stati approvano leggi a favore dell’uso terapeutico, industriale e ludico di cannabis.
museo dei grandi fumi

Da ormai cinque anni in Italia, a Rovigo il Consiglio di Ricerca per l’Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria ( C.R.E.A.) organizza una giornata dedicata alla cannabis, nata dal bisogno di creare un momento di riflessione, che si rivela molto utile in questa fase di cambiamento culturale e di evoluzione delle politiche sociali che si sta verificando in Italia. Sono stati affrontati con rigore scientifico temi d’attualità che riguardano sia il settore medico che industriale grazie alla partecipazione di numerosi studiosi di fama internazionale, operatori del settore agro-industriale. In campo agricolo i dati parlano chiaro: l’agricoltura viene utilizzata come strumento per contrastare la crisi finanziaria e battere la disoccupazione giovanile. La cannabis è una delle colture protagoniste di questa rivoluzione agricola. Nel 2016 quasi 2000 ettari sono stati destinati alla coltura di questa pianta, distribuiti su tutto il territorio italiano. Ma avviare una filiera completa ancora non è facile, specialmente perché non esistono politiche nazionali che seguono gli sforzi degli operatori interessati. Invece per quanto riguarda l’ambito terapeutico le iniziative politiche internazionali sono sempre più orientate sulla legalizzazione della cannabis e negli stati in cui è possibile fare ricerca, la medicina sta facendo passi da gigante. Infatti oggi numerose patologie vengono ormai curate con i cannabinoidi. In Italia invece ci ritroviamo ancora oggi ad acquistare dall’estero una pianta che, considerato il suolo e il sole di cui giova il nostro Paese, potrebbe crescere senza troppe difficolta e con risultati soddisfacenti. Quali sono dunque le problematiche che ostacolano l’espansione del settore della cannabis in Italia? Quest’anno anche noi eravamo presenti all’evento e abbiamo quindi pensato di offrirvi degli spunti di riflessione, nati dal dialogo tra il gruppo di studiosi ed il pubblico partecipante, su un argomento che interessa ormai tutti.

Il problema principale della cannabis terapeutica 

Se dall’altra parte dell’oceano più della metà degli stati americani hanno legalizzato l’uso della cannabis a scopo terapeutico (solo negli Stati Uniti il mercato della cannabis si aggira intorno ai 10 milioni di dollari) in Italia invece uno degli ostacoli principali per il quale il settore della cannabis terapeutica ha difficoltà a decollare riguarderebbe secondo il dott. Appendino, uno degli interlocutori principali della conferenza, la mancanza di un’informazione scientifica adeguata da parte del mondo della medicina. VI è infatti una sorta di paura da parte dei medici di base nel prescrivere trattamenti a base di cannabinoidi. Ma questa paura, prosegue Appendino, deriva dalla mancanza di conoscenza della materia da parte dei dottori e degli operatori sanitari italiani. Sorgono una serie di domande: “Quali sono le problematiche che un medico deve affrontare nel momento che accetta di elaborare piani terapeutici a base di cannabinoidi? Come mai un farmaco che potrebbe portare dei grossi vantaggi non viene pubblicizzato nel mondo della ricerca? Perché si parla di cannabis su tutti i giornali ma l’argomento non viene affrontato dal punto di vista scientifico?” Secondo il dott. Appendino ciò che blocca i dottori a prescrivere trattamenti a base di cannabinoidi è la paura nel somministrare un farmaco che abbia degli effetti narcotici e psicotici. Non c’è dubbio che il thc abbia effetti avversi. Ma si manifestano solo quando l’assunzione è per inalazione. Ad esempio il Sativex, un farmaco che contiene il thc sintetizzato e che viene assunto per via orale, anche a grosse dosi non comporta quegli effetti indesiderati tipici dell’assunzione per combustione o inalazione. Bisogna quindi andare a trovare le fonti primarie poiché il problema principale sta proprio nell’informazione scorretta che viene spesso da internet e non dal mondo della ricerca scientifica.

Le certezze scientifiche 

E’ chiaro che i cannabinoidi hanno dei pro e dei contro, come il resto delle piante che vengono utilizzate nella farmacopea. Tra le certezze che di arrivano dal mondo della ricerca estera c’è quella che li ritiene utili nel trattamento della sclerosi multipla (sative) e che funzionano con l’epilessia infantile. Inoltre la cannabis è considerata un alimento altamente nutritivo. Tra i contro è importante ricordare che la dipendenza da cannabis si instaura lentamente poiché si lega ai grassi ed è estremamente difficile toglierla e, che il consumo di cannabis da parte dei giovani è dannoso specialmente per il cervello ancora in crescita( fino ai 21 anni) poiché con il suo uso si stimola continuamente il sistema endocannabinoide, provocando dei danni cerebrali non indifferenti. Ma purtroppo tutti questi dati non arrivano facilmente in Italia. O meglio non ci arrivano con il dovuto rigore. Come mai una pianta che potrebbe portare dei grossi vantaggi non viene trattata dal punto di vista scientifico? Solo perché rimane un argomento moralmente scomodo? Durante la conferenza di Rovigo è stato ribadito che questa paura vada rimossa. Ma in che che modo? Avvalorando i numerosi studi che vengono compiuti sul tema ed incrementando la capacità di far rete tra i dottori ed il personale medico, con lo scopo di diffondere le conoscenze scientifiche, sono alcune delle proposte concrete menzionate durante la conferenza.

Sfide per il futuro 

Finalmente il mondo politico italiano si è ravveduto ed ha capito che mantenere determinate posizioni, sostenute fino al 2014, era fuori tempo e luogo. In Italia tanti, troppi pazienti manifestano il loro bisogno di cure, attenzione e proprio attraverso giornate di dialogo come quella di Rovigo ci si augura di dare loro una piccola, ma significativa conferma che c’è qualcuno interessato a dare delle risposte attendibili. Ma quali sono le prospettive per il futuro? Si stanno utilizzando sempre più risorse per studiare la cannabis scoprendo così che oltre al THC e il CBD esistono una moltitudine di principi attivi, utili anch’essi per il trattamento di differenti patologie. Tutto ciò fa pensare che assisteremo ad una specializzazione dell’uso della pianta. Speriamo quindi che si incrementerà la conoscenza dei cannabinoidi e del sistema endocannabinoide e sopratutto che ci potrà essere sempre più la possibilità di condurre ricerche scientifiche su questa pianta poiché solo in questo modo la cannabis potrà essere un prodotto utile all’uomo. In Italia è necessario iniziare a trattare la cannabis come un farmaco che può avere effetti benefici e avversi. E questo sarà possibile solo attraverso la ricerca scientifica ed un’ educazione collettiva di qualità. Il nostro impegno come banca semi sarà quindi quello di creare genetiche adatte alle più svariate patologie in modo da poter soddisfare le necessità di sempre più persone.

19/12/2016

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