malacanapa catania giorno dopo

Malacanapa, il giorno dopo!

  • Si è conclusa Malacanapa, la prima fiera in Sicilia sugli usi e le potenzialità della cannabis. Quasi duemila parsone si sono riunite al complesso fieristico “Le Ciminiere” per partecipare all’evento.
malacanapa catania giorno dopo

Sebbene le date scelte fossero più adatte ad una gita fuori porta che ad una fiera, il bellissimo sole di Catania non ha distolto molte persone dal partecipare ad un evento dove poter finalmente condividere pensieri, conoscenze ed opinioni su questa pianta così tanto dibattuta.

L’accoglienza dello staff di Malacanapa è stata calorosa e i collaboratori si sono mostrati disponibili nel creare un piccolo mondo dedicato alla cannabis. Infatti anche se vi è stata un po’ di confusione tra industriale e terapeutico (la mascotte Mariano, aveva l’aria da sballato e allo stesso tempo indossava un camice da scienziato), tutto ciò ha portato molte persone a partecipare a Malacanapa, trasformandosi così in un pubblico eterogeneo ed intenzionato ad accrescere le proprie competenze a riguardo.

Ed è proprio girando tra i vari stand che si è potuto capire quante potenzialità possa avere la canapa. Di solito l’argomento è trattato ai limiti del dovuto ed è dunque difficile informarsi. Durante questa tre giorni le Ciminiere, tra conferenze di studiosi e dimostrazioni pratiche di esperti del settore, sono state una vera fucina di idee ed informazioni . Come racconta uno studente di scienze erboristiche: “ all’ università viene trattato il sistema degli endocannabinoidi. Ma non viene spiegato che l’interazione tra cannabinoidi e terpeni può essere una cura a molte malattie, quali la sclerosi multipla. Nelle Università italiane tutto ciò viene ancora trattato con le pinze: si tratta di un vero e proprio argomento tabù. I professori magari non lo ritengono un tema interessante, preferendo studi su altre piante, tralasciando proprio questa che può essere usata in tantissimi modi diversi.

L’evento ha avuto sicuramente più esito dal punto di vista della comunicazione sociale che da quello più commerciale.

C’è molta confusione da parte del pubblico sulla cannabis (industriale, terapeutica, ricreativa). Se infatti per tanti anni il termine cannabis è stato associato ad una droga e a comportamenti devianti, da un momento all’altro l’opinione pubblica è stata stravolta dai mille usi della canapa e dalle parole canapa terapeutica ed industriale. Abbiamo in Italia una consociazione dei due termini. Ma per capire bene l’efficacia dell’una e dell’altra canapa c’è ancora da lavorare

molto sull’informazione e questa fiera è, come dice il presidente di SativaMolise, una buona occasione per diffondere un’informazione corretta. Anche lui, imprenditore di canapa industriale, si interessa in qualche modo di promuoverla a livello nazionale, cercando di portare avanti la legge per la legalizzazione della canapa, anche quella terapeutica.

Diminuire le restrizioni della legge è fondamentale per un corretto sviluppo degli studi sulla canapa. Spiega che ha una grave forma di artrite e che solo grazie a questa pianta sta in piedi. Secondo lui l’unica cosa da fare è la libertà di cura per tutti, senza condizionamenti sul come e perché utilizzare la cannabis per curarsi. E’ stato questo il leitmotiv di alcune delle conferenze organizzate alle quali il pubblico è affluito numeroso e partecipativo. Tra le testimonianze dirette di Alessandro ed Andrea, fondatori di associazioni di malati affetti da patologie curabili con la cannabis, e le tante storie mediche trattate nel libro presentato da Fabrizio Dentini, è facile delineare la situazione italiana, caratterizzata dalla difficoltà e dal rischio nel reperire una cura naturale, efficace e senza molti effetti collaterali (opponendosi così a cure farmacologiche tradizionali molto più devastanti per la persona). C’è chi s’informa di cosa succede all’estero, guardando in particolare al mercato americano. Un ospite speciale, Denis Rizzo, imprenditore cannabico americano ed organizzatore della GrowMed di Valencia ha partecipato alla fiera.

Conoscendo un pò tutti e chiacchierando qua e là ha tentato di far capire alle parsone che si fermavano incuriosite dal suo strano accento italo-americano, che la cannabis in altre parti del mondo, come in U.S.A., non è considerata una droga ma una medicina. Il glaucoma, la sclerosi multipla, la chemioterapia e molte altre malattie in tanti stati americani vengono curati con la cannabis. E’ un’alternativa a vari i farmaci che non hanno un’efficacia reale come nel caso del morbo di Chron. Mentre nel suo Paese l’interesse è concentrato sulla ricerca medica, quello che manca è proprio lo sviluppo a industriale ed alimentare della cannabis sativa. E ciò che augura ad entrambi i paesi è imparare l’uno dall’altro cercando così nuove vie di sviluppo. Cannabis works! Le potenzialità che il mercato cresca ci sono tutte; forse proprio in questo periodo storico caratterizzato dalla crisi economica la canapa potrebbe inserirsi in questo contesto.

C’è alla fiera una ragazza calabrese che si occupa di canapa tessile e turismo sostenibile: cerca un modo per rivalutare l’utilizzo delle terre incolte nel suo paese, usando la canapa come strumento di sviluppo. Dopo tanta trascuratezza, quest’anno ha preso la terra del nonno e l’ha coltivata con semi di canapa, cercando così sia di favorire la ripresa economica dell’area che di preservare la memoria storica di una tradizione che era quasi scomparsa, visto che proprio in quella zona prima del proibizionismo vi era una intensa coltivazione, che si è affievolita, ma non è stata mai del tutto rimossa. L’informazione deve andare di pari passo con la pratica.

C’è pure chi arriva a Malacanapa dopo quattro ore di viaggio in macchina dalla West Sicily (San Vito lo Capo) perché è convinto che queste manifestazioni creino unità: “Il movimento sulla canapa c’è ma dobbiamo essere più uniti”. Secondo lui per fare cultura bisogna avere la libertà di autocoltivazione senza problemi, cercando di far capire alle persone che la canapa è una risorsa non una droga. Bisogna informarsi il più possibile per poter capire bene i rischi e le potenzialità. Fino ad oggi i principali canali d’informazione utilizzati sono la rete e i social network, è per questo che eventi del genere rendono visibili e fruibili queste informazioni. Una cosa è leggerle attraverso un monitor, un’altra è che quelle stesse parole vengano dette da persone reali. Le persone in fiera hanno avuto modo di capire e scoprire gli usi della canapa. Lo scopo di eventi del genere è di normalizzare il rapporto tra la canapa e la popolazione.

E’ fantastico partecipare lì dove c’è tanta gente che informa e s’informa sulla cannabis.

Lo staff di Dinafem ha cercato durante i tre giorni della fiera di colmare i dubbi e le perplessità creando una comunicazione tra i diversi visitatori che si avvicinavano allo stand. C’era chi veniva per avere maggiori delucidazioni riguardo tecniche di coltivazione, chi per fare una semplice chiacchierata e chi veniva a chiedere cos’erano tutte quelle scatolette posizionate negli espositori.

Lo stand di Dinafem Seeds è stato un punto di riferimento per tutti. Lo scopo è stato quello di supportare tutte quelle persone che chiedevano informazioni, desiderose di capire la canapa nel suo complesso. La collaborazione con le varie associazioni no profit, i media presenti e tutti quelli che erano interessati ha fatto suscitare l’interesse da parte di tutti a continuare sulla linea della collaborazione, anche nel prossimo evento che si organizzerà a Bologna dal 5 al 7 giugno, Indica Sativa Trade.

Perché si sa, l’unione fa la forza!

29/04/2015

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