- L’8 novembre ci saranno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Oltre a eleggere il nuovo inquilino della Casa Bianca nove stati voteranno a favore o contro l’uso terapeutico o ricreativo della cannabis. Sarà un mistero quello che accadrà in Nord Dakota, dove si andrà alle urne per decidere della cannabis terapeutica ma senza aver fatto precedenti sondaggi.
- O in Maine, che vuole regolamentarne l’uso ricreativo, anche se la maggior parte degli adulti non è a favore. Mentre sembra quasi certo che la Florida ne approverà l’uso terapeutico, le percentuali sono molto discordanti in Massachusetts e Arizona, quindi la lotta si presenta ricca di emozioni fino all’ultimo momento. Fate le vostre scommesse.
Nei prossimi giorni, negli Stati Uniti si voterà per il nuovo presidente, Donald Trump o Hillary Clinton. Ma non è l'unica decisione che alcuni dovranno prendere quel giorno. Mentre scelgono tra un repubblicano e un democratico, i cittadini di nove stati voteranno per la legalizzazione di alcuni usi della marijuana. Potranno quindi continuare a ingrandire la piccola lista di quelli che ne hanno già approvato l'uso ricreativo o la lista più lunga di quelli che la scelgono a fini terapeutici.
Tuttavia, secondo i sondaggi pubblicati negli ultimi giorni, non tutti gli stati avranno la possibilità di concludere la giornata con la legalizzazione della cannabis in alcune delle sue forme. E questo nonostante un sondaggio diffuso recentemente dalla consulente Gallup, per cui il 60% degli statunitensi adulti pensa che la marijuana dovrebbe essere legale, la percentuale d'accettazione maggiore in circa 50 anni. Nel frattempo, un altro studio del 'The Washington Post' vede possibile la legalizzazione in cinque stati: Arizona, California, Massachusetts, Maine e Nevada.
Man mano che la data si avvicina, sono venuti alla luce nuovi dati sulle possibili intenzioni dei votanti. Quindi in funzione delle iniziative e i diversi sondaggi in mano, dov'è ci sono più probabilità di vittoria della cannabis?
Arizona
Forse è lo stato nel quale il risultato finale sarà più combattuto. Secondo i dati di metà ottobre (quindi di pochi giorni prima della votazione) il 45% degli intervistati sono contro l'approvazione dell'uso ricreativo della cannabis. Il 44% dice invece di essere a favore, quindi tutto dipenderà da quel 5% che si dichiara indeciso. Nel caso in cui si approvi, sarà legalizzato il possesso di 30 grammi di marijuana, la coltivazione di sei piante e la creazione di punti vendita.
Per molti infatti sarebbe una grande sorpresa se l'Arizona approvasse la marijuana a fini ricreativi: è uno stato storicamente repubblicano quindi si è sempre mostrato più conservatore in merito alla legalizzazione. Carlos Alfaro, direttore politico del Marijuana Policy Project (MPP), un gruppo di attivisti, diceva già nel 2015 che questa, rispetto a tutte le campagne per la legalizzazione ricreativa, è "la più calda, la più attiva", con numerosi dibattiti, meeting e la raccolta di 250.000 firme a favore. Se approvata, sarà finalmente un buona notizia per molti.
Nevada
Anche i cittadini del Nevada voteranno per l'uso ricreativo della marijuana. Avendone approvato l'uso terapeutico più di dieci anni fa, era solo questione di tempo che lo facessero anche con quello ricreativo. Qui si oppone appena il 39% dei cittadini, secondo un sondaggio di KTNV e Rasmussen Reports di metà settembre, mentre il 53% la vede di buon occhio. In attesa della scelta degli indecisi, pare che legalizzazione sarà un fatto.
Nel caso in cui alla fine venga approvata, i vicini del Nevada potranno coltivare fino a sei piante e avere con sé un'oncia (30 grammi circa) di erba. Inoltre nella regione ci sarebbero dei punti vendita con regolare licenza.
California
Anche se la terra di Hollywood e della Silicon Valley ha legalizzato l'uso medicinale della pianta già nel 1996, adesso si appresta a votare per l'uso ricreativo. E la questione è aperta: in un sondaggio realizzato alla fine di settembre dal canale televisivo KPIX 5 e Survey USA, il 52% dei californiani hanno detto di essere d'accordo con la Proposta 64, in base alla quale tutti gli adulti maggiori di 21 anni avranno il diritto di possederne circa 30 grammi per uso personale e sei piante in casa. Di contro, il 41% rifiuta l'idea. Alcune settimane prima, un altro sondaggio realizzato dal 'Los Angeles Times' indicava circa il 58% di favorevoli.
Lo stato ha più di un motivo per optare per la legalizzazione: si calcola che le sue casse riceveranno 1000 milioni di dollari (913,7 milioni di euro) in più grazie alle imposte ogni anno. Inoltre, l'industria della cannabis sperimenterà una grande crescita, considerato che questo stato rappresenta la sesta economia mondiale, davanti alla Francia. Bisogna solo incrociare le dita affinché la campagna, che ha ricevuto numerosi fondi, non risulti un fiasco com'è già successo nel 2010, quando si è votato per un'iniziativa simile senza arrivare all'approvazione. Sembra proprio, ora più che mai, che gli indecisi avranno l'ultima parola.
Maine
Il Maine è un altro degli stati ad aver regolamentato l'uso terapeutico. La regione dispone di una solida industria della cannabis, quindi i cittadini sanno (o dovrebbero sapere) molto bene su cosa andranno a votare. Secondo un sondaggio realizzato dal 'Portland Press Herald', il 53% degli intervistati era a favore della legalizzazione, contro il 38% a sfavore. Separando per età, il 58% degli intervistati maggiori di 65 anni era contro. Quindi la mobilizzazione dei giovani il prossimo 8 novembre sarà fondamentale per ottenere questa regolamentazione. Avranno successo?
Massachusetts
Più difficili sembrano le cose per il Massachusetts, un altro posto in cui è già legale l'uso terapeutico. Il 50% degli intervistati dalla radio WBUR e il MassINC Polling Group agli inizi di settembre era a favore della legalizzazione, mentre il 45% era contro. Il margine d'errore del sondaggio è molto elevato, del 4,4%, e quindi questo stato starà sulle spine fino all'ultimo.
Se si approva, la cannabis sarebbe legale in modo simile all'alcol. Sarà anche possibile coltivare fino a sei piante e saranno concesse delle licenze per aprire dei negozi. Attira l'attenzione la quantità di tasse che dovrebbero pagare per ottenere la marijuana: oltre alle solite del negozio, bisognerebbe pagare un'aggiunta del 2% in base alla città o contea.
Florida
Ci sono anche gli stati che sperano nella legalizzazione terapeutica della marijuana. La Florida è uno di questi ed è anche quello su cui sono concentrate più attenzioni. Il dibattito sulla legalizzazione è attivo dal 2014 e questo sarà il momento in cui i cittadini potranno dire la loro. In base a un sondaggio realizzato a metà ottobre dal canale WESH 2 e il Public Policy Polling, il 69% è a favore della legalizzazione, contro solo il 24%. In generale, sin da gennaio 2015, l'appoggio è sempre stato al di sopra del 60% quindi sembra più che probabile una legalizzazione tanto attesa da pazienti e familiari.
Sempre se alla fine i sì siano superiori al 60%, minimo richiesto dalle leggi della Florida affinché il progetto diventi legge. Già nel 2014, una misura simile, secondo cui i medici potessero prescrivere farmaci a basso livello di THC, è rimasta al 58% e quindi, non approvata.
Montana
Il Montana aveva già approvato la legalizzazione della cannabis terapeutica nel 2004, ma con il passare del tempo si sono aggiunte una serie di restrizioni (frutto di decisioni di giudici) che hanno invalidato il potere della legge: molti negozi hanno chiuso e i malati si sono ritrovati senza cure. Fortunatamente hanno adesso la possibilità di legalizzarne l'uso medicinale: in un recente sondaggio dell'agenzia di comunicazione Lewistown News-Argus, l'iniziativa 182 (così si chiamava) vantava il 54% dei votanti a favore e il 46% contro. Se viene approvata, la situazione dei negozi e dei pazienti si capovolgerà, e pare proprio che sarà così.
Nord Dakota
La terra che ospita la città di Fargo (che i fratelli Coen hanno consacrato in vetta alla storia del cinema) propone la presenza di cannabis in dispensari farmaceutici per i pazienti. Ma se vivono a più di 40 miglia (circa 64 km) di distanza da uno di questi, i malati potranno coltivare fino a otto piante. Purtroppo qui da due anni non vengono realizzati sondaggi ufficiali per sapere quanti sono a favore della legalizzazione della marijuana medicinale, quindi ci si aspetta qualsiasi risultato. Testa o croce?
Se ci atteniamo agli ultimi dati disponibili di un sondaggio realizzato dall'Università del Nord Dakota, il 47% dei residenti dava l'ok alla legalizzazione e il 41% era contro, ma questi ultimi appoggiavano il divieto più di quanto gli altri la regolamentazione. In ogni caso è passato molto tempo quindi bisognerà attendere la settimana prossima per svelare l'arcano.
Arkansas
E concludiamo con l'Arkansas, dove la votazione è diventata un vero rompicapo per i difensori della cannabis. In questo stato si dovevano votare due progetti di legge: l'Arkansas Medical Marijuana Admendment, che avrebbe limitato il numero di dispensari a 40 in tutto lo stato, e l'Arkansas Medical Cannabis Act, che avrebbe anch'esso limitato i dispensari ma permettendo, come in Nord Dakota, di coltivare a casa ai pazienti che vivessero lontano da uno di questi. Tuttavia, qualche giorno prima della votazione, che avverrà l'8 novembre, il Tribunale Supremo dell'Arkansas ha invalidato il più liberale dei due, l'Arkansas Medical Cannabis Act, per presunte irregolarità nel processo di raccolta di firme.
La votazione quindi si riduce, per il dispiacere degli amanti della pianta, al restrittivo Marijuana Amendment, che non presenta delle cifre troppo positive nei sondaggi: il 43% contro e il 49% a favore. Non ci resta che vedere come andrà.
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