- Lo slittamento è stato causato dalle divisioni ideologiche dei deputati e dalla presentazione di 1300 emendamenti da parte dei partiti contrari che verranno sottoposti ad un’accurata analisi.
Mentre ieri in Parlamento si discuteva sui possibili benefici e conseguenze che la legalizzazione della cannabis comporterebbe per lo stato italiano in America la DEA ha appena approvato la produzione di quasi 500kg di infiorescenze con l’obiettivo di fare ricerca. Nel 2017 infatti è previsto lo slittamento della cannabis dalla tabella delle sostanze nocive ( Schedule 1) a sostanza in fase di studio e ricerca (schedule 2). In pratica gli USA dopo anni di proibizionismo hanno rivalutato i benefici di questa pianta, sostenendo i suoi benefici in campo terapeutico. Valutando in modo oggettivo, senza troppe opinioni politiche aggiunte, e sopratutto di fronte alla presa di posizione di molti stati federali, hanno elaborato un piano di ricerca sulla cannabis che verrà supervisionato direttamente dalla DEA.
E in Italia?
Cosa è successo ieri alla Camera e quali sono i prossimi passi che bisogna compiere per vedere realizzato il sogno di tanti italiani? La proposta di legge discussa ieri in Parlamento è stata inserita in un insieme di proposte inerenti la salute pubblica. E sebbene l’intergruppo parlamentare abbia esposto in modo coerente le argomentazioni che sostengono la legalizzazione, ciò non è bastato a portare la proposta al voto, previsto per il giorno successivo. Uno dei motivi principali dello slittamento è stata la presentazione di quasi 1300 emendamenti in contrasto con la proposta dell’intergruppo. Una strategia, utilizzata in passato per altre cause sociali, servita esclusivamente a posticipare la data della votazione. Si permetterà così ai deputati di analizzare e valutare ogni singolo emendamento presentato. E così il voto sulla legalizzazione della cannabis viene calendarizzato all’autunno. Mentre i tanti pazienti e consumatori italiani aspettano le analisi parlamentari vi proponiamo una sintesi della riunione parlamentare di lunedì. L’intergruppo parlamentare è composto da deputati appartenenti a varie forze politiche (con una netta maggioranza dei partiti di sinistra) evidenziando così che il tema della cannabis va oltre le ideologie. Ma una volta giunti in Parlamento, le argomentazioni dell’integruppo non sono state sufficenti ( così come il numero dei deputati) e le diversità di pensiero tra favorevoli e contrari alla legalizzazione hanno provocato il rinvio della discussione.
Il partito di maggioranza, il PD, è apparso nettamente diviso. Il capo del partito, non avendo espresso opinione in merito alla causa, ha suscitato una serie di perplessità per i deputati appartenenti al suo partito, provocandone in questo modo una spaccatura al suo interno.
Al contrario, i partiti di centro destra hanno invece formato uno schieramento compatto pronto a combattere con ogni mezzo la proposta dell’intergruppo. La tesi principale sostenuta riguarda il pericolo verso la salute pubblica dei cittadini, specialmente i minorenni, e sebbene alcuni deputati appartenenti a questo schieramento politico non sono del tutto contrari ad una possibile regolamentazione sul piano terapeutico, il parere sulla liberalizzazione e l’autoproduzione è contrario all’unanimità
Un punto su cui soffermarsi sono le dichiarazione avanzate da alcuni parlamentari appartenenti all’area di centro destra. C’è chi ha definito la proposta di legge un “disegno criminogeno, sul piano antropologico e per la salute pubblica” che cerca di minare all’identità culturale del Belpaese.
Al contrario di quanto affermato l’Italia è stata per secoli un’eccellenza mondiale per la produzione di canapa. Anche se il proibizionismo ha cercato di offuscare i ricordi, la memoria storica collettiva viene lentamente rispolverata: il Belpaese sta riscoprendo oggi una tradizione storica che ha unito per secoli lo stivale da nord a sud e che costituiva parte dell’identità storica e culturale nazionale.
Sorprende quindi veder sostenere questo tipo di tesi da parte di persone elette per il bene della comunità e che in teoria dovrebbero valutare i temi che riguardano i cittadini in modo oggettivo e con criterio scientifico.
Siamo consapevoli della difficoltà incontrata dall’intergruppo per portare avanti un progetto parlamentare in forte contrasto con certi moralismi intellettuali che, ahimè, ancora oggi siamo costretti a subire. Sebbene gli innumerevoli emendamenti presentati hanno rallentato le votazioni siamo certi che non riusciranno a cancellare i pareri di un opinione pubblica che secondo gli ultimi sondaggi si schiera in maggioranza a favore di una possibile legalizzazione
Gli ideatori del disegno di legge, Luigi Manconi e Benedetto Della Vedova, appartengono a diversi schieramenti politici così come molti firmatari della proposta di legge. Ciò dimostra che anche se cambiano le appartenenze, i temi sociali come quello della cannabis, vanno oltre le posizioni ideologiche proprio perchériguardano tutti quanti. Sia favorevoli che contrari. E ora ciò che serve è provare a sensibilizzare con tutte le forze quella parte di opinione pubblica che per qualche motivo si pone ancira scettico di fronte ai benefici evidenti che una legalizzazione porterebbe nel nostro paese sia a livello economico che sociale.
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