italia legalizzazione cannabis legge

Coltivazione, consumo e commercio tra i principali punti presenti nella proposta di legge sul consumo di cannabis en Italia

  • Il prossimo 25 luglio questi temi verranno discussi in Parlamento che dovrà decidere con il voto sulla proposta di legge per la regolamentazione del consumo di cannabis.
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Sembra che l’Italia stia finalmente arrivando in fondo alla questione “legalizzazione della cannabis”. Il percorso, avviato circa un anno fa dal Ministro degli Esteri Benedetto della Vedova promotore di un gruppo interparlamentare incaricato di elaborare un disegno di legge sulla regolamentazione del consumo di cannabis, ha portato diversi parlamentari, appartenenti a differenti schieramenti, a riflettere sul tema. L’implicazione di personalità politiche ha spinto i mass media a trattare sempre di più l ‘argomento, finora presente quasi esclusivamente nelle pagine di cronaca, sensibilizzando in modo profondo l’opinione pubblica.

Secondo gli ultimi sondaggi più della metà degli italiani è consapevole che la legalizzazione è vicina. Intanto il 25 luglio è previsto in Parlamento la riunione per la presentazione della proposta di legge (3235) sulla Cannabis e alla Camera il voto è previsto per il giorno successivo.

Vi elenchiamo sinteticamente i principali punti del disegno di legge:

  • Possibilità di coltivazione della cannabis: E’ prevista la possibilità a persone maggiorenni della coltivazione e detenzione personale di piante di cannabis nel limite di cinque e del prodotto da esse ottenuto.
  • Detenzione legale fino a 15 grammi in casa: Verrà consentita, ma solo ai maggiorenni, la detenzione di 5 grammi di cannabis. Tuttavia potranno essere detenuti fino a 15 grammi in casa. Il consumo di prodotti derivati dalla cannabis sarà vietato negli spazi pubblici o aperti al pubblico e nei luoghi di lavoro pubblici e privati.
  • Possibilità di commercio con divieto di spaccio e di importazione e esportazione all’estero: Il consumo verrà consentito in associazioni, i cannabis social club, dove si potrà coltivare la cannabis e venderla in locali dedicati, sul modello di quanto avviene nei coffe shops europei ma viene vietata l’esportazione fuori dall’Italia.

La 3235 dovrebbe sostituire la normativa attuale, risalente al 1990 (Dpr 309/90-Jervolino-Vassalli), “ripristinata”due anni fa in seguito alla bocciatura della Fini-Giovanardi dichiarata incostituzionale da parte della Direzione Nazionale Antimafia.

Proprio da quest’autorevole organismo statale è partita la proposta di studiare i costi del Proibizionismo e i possibili benefici in caso di legalizzazione. L’ultimo rapporto redatto dalla DNA evidenzia i guadagni che l’Italia ne trarrebbe sia in sensi che economici che sociali.

Certo è che nell’ultimo anno in vari settori (dalla medicina alle biotecnologie agrarie) gli studi scientifici sull’utilizzo della pianta di cannabis si sono moltiplicati in modo significativo.

Sempre più ricercatori apportano il loro contributo con la pubblicazione di studi sui benefici dei cannabinoidi nel trattamento di diverse patologie, sull’utilizzo di questa pianta come fitodepurante dei terreni, come materia prima per il settore alimentare, cosmetico, tessile e industriale

Accanto a questi brillanti esempi di ricerca e sviluppo del quale l’Italia può andare orgogliosa bisogna sottolineare una nota dolente, anche questa tutta made in Italy.

Pur consapevoli degli effetti benefici di questa pianta siamo costretti ad assistere inermi agli effetti di leggi dichiarate incostituzionali che creano delle situazioni di disagio sociale. Oggigiorno le carceri italiane restano piene di detenuti che scontano condanne relative alla produzione e/o al consumo di cannabis. Uno degli ultimi casi portati anche all’attenzione del Parlamento è quello di Fabrizio Pellegrini, paziente afflitto da una patologia cronica e detenuto dallo scorso Giugno nel carcere di Chieti per scontare una condanna di tre anni per detenzione di cannabis. Ma questa volta la sua voce non rimane tra le mura del carcere e in sostegno è arrivata l’associazione di pazienti attivisti LaPiantiamo, l’intervento del politico Civati che ha portato il Parlamento d’interrogazione sul caso e tutte quelle persone che credono nell’innocenza di Fabrizio e che lo supportano in ogni modo. La storia di Fabrizio non è l’unica e moltissime persone restano in carcere o in attesa di procedimenti penali per la coltivazione di qualche pianta o il possesso di qualche grammo .

Intanto le organizzazioni criminali continuano ad arrichirsi in modo esagerato e le recenti operazioni di polizia hanno rivelato addirittura la loro vicinanza ad organizzazioni terroristiche finanziate dalla mafia che per raggiungere il proprio fine economico giustifica i mezzi con i quali ci arriva.

Ci si chiede per quanto tempo le carceri resteranno piene di gente innocente e le casse della mafia ad ingrossarsi?

E per quanto tempo l’opinione pubblica continuerà ad ignorare questa realtà?

Nella speranza di un cambio collettivo di coscienza e una presa di posizione da parte della politica verso una regolamentazione sostenibile si attende la prossima riunione del Parlamento e l’assoluzione di Fabrizio e di chi vive come lui una situazione di disagio simile alla sua.

 

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04/07/2016

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