- I terpeni sono composti estremamente volatili ed è proprio questa instabilità chimica che gli permette di rilasciare il profumo e il sapore che noi tutti amiamo.
- Purtroppo, questo aumenta pure il rischio che vengano sprecati nel fare estrazioni di cannabinoidi.
- Negli ultimi anni, l’industria cannabica si è concentrata sui diversi modi d'isolamento di terpeni esistenti al fine di dare origine ad un futuro di benefici terapeutici e ricreativi per i sempre più numerosi consumatori di marijuana.
I terpeni sono presenti in qualsiasi pianta che ha una certa fragranza o sapore: pino, rosmarino… e, ovviamente, la cannabis, contenente oltre 100 tipi di terpeni capaci di dar luogo ai molteplici sapori e aromi che a noi sono cosi famigliari. Questi composti sono stati usati da moltissimo tempo per la creazione di profumi unici. Oggigiorno però l'attenzione è più sulla ricerca dei loro potenziali benefici medicinali.
Il più dei terpeni ha un incredibile valore terapeutico con un'ampia gamma di proprietà: infiammatorie, antitumorali, broncodilatatori… Nell'isolare ed estrarre tali terpeni, gli scientifici cercano di creare nuovi trattamenti per coloro che non vogliono ricorrere ai prodotti farmaceutici sintetici.
L'isolamento dei terpeni può rivelarsi anche molto interessante per altre industrie, tra l'altro per quella dei concentrati. Attualmente è possibile creare concentrati ad alto contenuto di cannabinoidi che però sono praticamente privi di sapori e aromi per via dei diversi processi di caricamento a cui sono sottoposti. Tramite l'isolamento e l'estrazione di terpeni, si possono reiniettare per creare nuove combinazioni di sapori e aromi secondo i gusti del fabbricante.
Così i terpeni sono diventati l'ultima moda di un mercato di utenti di marijuana che non smette di ingrandirsi e che prende il contenuto di terpeni come un importante indicatore di qualità nei processi di produzione e raccolta della pianta di cannabis.
Come avviene l'estrazione e l'isolamento dei terpeni?
In confronto ad altri tipi di estrazioni (resine, oli…), i terpeni sono delicati e, proprio per questo, bisogna fare molta attenzione ai processi al fine di preservare tutti i loro sapori e aromi. Le tecniche estrattive convenzionali usate per separare i cannabinoidi possono danneggiarli e diminuire la qualità globale del prodotto.
Come vengono rimosse allora le impurità quali i grassi, la clorofilla e altri metaboliti senza colpire i terpeni? Non c'è un modo ideale per estrarre terpeni. Come con la più grande maggioranza di processi, la scelta finale è basata su un'analisi costi-benefici. C'è pure il problema della tempistica: più tempo ci vuole, meno interessante è per i produttori commerciali e maggiore è la probabilità che il concentrato abbia qualche tipo di impurità.
Le tecnologie applicate all'isolamento di questi terpeni sono molte e varie ma possono essere classificate in due categorie: i sistemi che usano solventi e quelli che non li usano.
- Estrazione senza solventi
Per eseguire un'estrazione senza solventi, bisogna applicare pressione e calore, proprio come i profumieri nei tempi passati. I due metodi più comunemente usati sono quello della distillazione a vapore e quello dell'idrodistillazione.
La distillazione in corrente di vapore consiste nel mettere il materiale vegetale su una griglia all'interno di un distillatore dove l'acqua è stata portata all'ebollizione. Man mano che la corrente di vapore acqueo attraversa il materiale, gli oli più leggeri, contenenti alcuni tipi di terpeni, si liberano dalle cellule della pianta e vengono condensati in un condensatore che raffredda il vapore e separa l'acqua dai costituenti volatili. L'olio essenziale rimane sulla superficie dell'acqua e quindi può essere raccolto con facilità. L'idrodistillazione è piuttosto similare. La più grande differenza è che l'acqua bollente attraversa direttamente il materiale vegetale.
Un'estrazione a base di solventi è un processo chimico inteso a separare una miscela di composti con diverse caratteristiche di solubilità.
L'assenza di solventi fa sì che questo tipo di estratto non contenga residui chimici. È importante notare però che per la distillazione in corrente di vapore sia necessaria una notevole quantità di calore per un tempo piuttosto prolungato, il che comporta la modifica e a volte la distruzione di alcuni composti vegetali, inclusi i terpeni.
- Estrazione con solventi
Le estrazioni che usano solventi quali il butano, l'anidride carbonica (CO2), l'etanolo oppure il propano offrono decisamente migliori risultati. Questi metodi utilizzano l'evaporazione sottovuoto per ridurre il calore iniziale abbastanza da evitare la degradazione della biomassa.
Uno dei processi più usati è la CO2. Si tratta di un tipo di estrazione che usa il calore e la pressione per trasformare l'anidride carbonica gassosa in un fluido supercritico, il quale possiede un elevato potere solvente. Il processo consiste nel far passare l'anidride carbonica attraverso il materiale vegetale per ottenere un concentrato che poi dev'essere asciutto in un forno riscaldante sottovuoto al fine di procedere all'isolamento dei terpeni e poter garantire l'assenza di solventi oppure d'acqua. La CO2 non è infiammabile, il che lo rende un metodo molto sicuro ed efficace che non presenta i problemi di qualità tipici della distillazione in corrente di vapore.
L'industria cannabica ha perso la testa per i terpeni
È evidente che le tecnologie e le metodologie per l'isolamento dei terpeni sono diventate molto più accessibili negli ultimi anni grazie all'esperienza dell'industria del profumo nonché all'evolversi dell'industria degli estratti di cannabinoidi, aprendo la strada ad un nuovo mondo di prodotti e usi. Proprio per questo, i profili terpenici sono stati i più grandi protagonisti delle ultime fiere a cui abbiamo assistito. Sono riusciti a conquistare il palato del grande pubblico e degli investitori perché offrono la possibilità di creare un prodotto dal profilo aromatico molto particolare.
Il mercato è attualmente pieno zeppo di terpeni isolati che gli utenti utilizzano per migliorare il sapore e l'aroma della propria cannabis. Le infiorescenze della cosiddetta cannabis 'light', ad esempio, non sono particolarmente aromatiche, un problema che può essere risolto con l'aggiunta di terpeni. Una sola goccia migliora la degustazione in modo notabile.
I terpeni stanno rivoluzionando pure il settore della vaporizzazione, offrendo sempre più possibilità a coloro che vogliono rendere la consumazione di 'e-liquid' molto più piacevole. L'industria alimentare non è rimasta fuori. Infatti, hanno accolto a braccia aperte questo nuovo mondo di profili terpenici, al punto che vari marchi di commestibili li usano già per l'elaborazione di miele, olio, marmellata, birra... e anche patate fritte dal sapore della tua varietà preferita.
Inoltre, si crede che i terpeni, per via della loro capacità di modulare gli effetti dei cannabinoidi tramite il famoso "effetto entourage", incidano sulle proprietà medicinali delle varie genetiche di cannabis. Questo significa che probabilmente in futuro l'industria cercherà di capire quali varietà sono le più effettive per alleviare determinati problemi di salute e quali sono i terpeni che hanno in comune al fine di sviluppare profili in base a ciascuno dei disturbi.
Non vi è dubbio che questi prodotti sono entrato con forza nel mercato e si spera che comportino molti cambiamenti per l'industria della cannabis, che non fa che crescere e diversificarsi.
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