- Secondo la cultura popolare alcuni luoghi hanno alle spalle una lunga e feconda tradizione legata alla cannabis. Tuttavia, uno studio realizzato dalle Nazioni Unite analizza i dati del consumo del 2015 e mette in chiaro una cosa: gli islandesi ne fumano di più.
Le Nazioni Unite elaborano un rapporto annuale che raccoglie le tendenze seguite dall’industria della cannabis in tutti i suoi ambiti: produzione, distribuzione e consumo. Riguardo a quest’ultimo, realizzano una lista in cui evidenziano le nazioni la cui percentuale di consumatori di cannabis è maggiore.
La prima è piena di vulcani, ghiacciai e persino aurore boreali. Non sono pochi i motivi che fanno dell’Islanda un paese che tanto attira l’attenzione del resto del mondo per i suoi paesaggi da film. Adesso, contro tutti i pronostici, è stata indicata come la nazione con la percentuale più alta di fumatori di marijuana, davanti ad altre famose consumatrici.
Lo studio raccoglie i dati di utenti tra i 18 e i 67 anni e conclude che in questa fascia d’età il 18,30 % della popolazione consuma cannabis. Alla prima posizione seguono paesi come la Nigeria, con un tasso del 16,84 % e la Zambia, con il 15,60 %.
Analizzando i singoli dati, notiamo che questa nazione si è posizionata davanti a paesi in cui il consumo di marijuana è legale. Come in molti altri posti in Europa, in Islanda la cannabis è illegale: il possesso di piccole quantità è punito con sanzioni economiche, anche se violare la norma in modo reiterato può portare a conseguenze più severe. Tuttavia, il consumo è abbastanza tollerato.
Uno dei motivi per cui l’uso di marijuana tra gli islandesi è così generalizzato potrebbe essere la misura secondo la quale dal 1915 al 1989 la birra era una bibita illegale. Non è così strano che i cittadini abbiano esplorato altri consumi e si siano imbattuti nella bontà della cannabis.
Tra gli argomenti offerti per fomentare la legalizzazione della marijuana viene fatto notare che l’apparizione di leggi più permissive non provoca necessariamente l’aumento del consumo. Stando al forte impatto dell’utilizzo di marijuana nell’isola e inserendolo in un panorama europeo che avanza verso la legalizzazione (come la Germania, che ha annunciato recentemente l’intenzione di legalizzarne l’uso terapeutico nel 2017), bisogna sperare che in Islanda si chieda un cambio di direzione.
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