- In pieno picco stagionale, chi ha la sfortuna di prendersi l’influenza cerca sollievo come meglio sa e può.
- La cannabis viene spesso considerata un alleato per ridurre i sintomi dell’influenza e del raffreddore.
- Ma funziona davvero?
Si fa presto a capire quando ci si è presi l'influenza: mal di gola, naso tappato, tosse e starnuti che lasciano il posto a febbre, dolori muscolari e articolari e affaticamento estremo. Un cocktail di sintomi che ti stendono come se ti avesse tamponato un camion ma che fortunatamente nella maggior parte degli adulti immunologicamente sani durano poco più di una settimana. Sette giorni che però sembrano non finire mai.
Così, spesso ci si riempie di sciroppi, antidolorifici, pastiche per la tosse, e chi più ne ha più ne metta. Ma c'è qualche alternativa per tenere sotto controllo i sintomi dell'influenza? Come prevedibile, molte persone si rivolgono alla cannabis.
Anche se per il momento non sono stati pubblicati studi sull'eventuale legame tra marijuana e influenza, ciò non vuol necessariamente dire che la pianta non possa funzionare come trattamento per questo fastidioso disturbo invernale. Infatti, vi sono evidenze che suggeriscono che il consumo responsabile di cannabis può contribuire ad alleviarne i sintomi.
La ricerca che collega cannabis e influenza è limitata
Sia al THC che al CBD, così come ad altri cannabinoidi quali il CBG, sono state attribuite proprietà antivirali e antibatteriche; è questo il principale motivo per cui molte persone ne fanno ricorso per combattere l'influenza e il raffreddore.
Inoltre, i cannabinoidi THC e CBD hanno dimostrato di possedere proprietà antinfiammatorie che possono contribuire a ridurre i dolori muscolari e articolari, ad attenuare l'infiammazione delle vie respiratorie e ad aumentare il rilassamento prima di dormire.
Altre ricerche suggeriscono poi che grazie alla sua capacità di sopprimere il sistema immunitario, la cannabis potrebbe avere proprietà antipiretiche (di riduzione della febbre), anche se questo potrebbe al contempo tradursi in una minore capacità immunitaria per combattere determinate infezioni. Con il consumo di cannabis si otterrebbe dunque una certa attenuazione dei sintomi, ma si prolungherebbe sicuramente il tempo impiegato dall'organismo per eliminare il virus.
Queste contraddizioni sono la principale ragione per cui sono urgentemente necessarie ulteriori ricerche sul legame tra cannabis e influenza, magari su larga scala. Finora, tutti gli studi condotti sono stati effettuati in vitro o su topi, e mai su esseri umani.
Curare l'influenza con la cannabis: ecco come fare
La regola d'oro consiste nell'astenersi dal fumare per tutta la durata dell'influenza. Tenersi alla larga dal fumo, addirittura dal vapore, è fondamentale poiché, pur potendo procurare un sollievo momentaneo, fumo e calore contribuiscono all'irritazione delle membrane mucose, aggravando la tosse e il mal di gola.
Per questo motivo, il metodo di assunzione consigliato è l'ingestione, che permette di ottenere tutti i benefici dei cannabinoidi senza gli effetti indesiderati della combustione. Non c'è nulla di meglio di un tè caldo per liberarsi dall'influenza, e se lo si arricchisce con la cannabis, si ottengono inoltre tutti gli effetti benefici di questa pianta. Gli infusi alla cannabis sono diventati molto popolari come metodo di assunzione alternativo, e se si prendono quando si ha l'influenza, possono aiutare a dormire meglio e favorire un maggior benessere generale.
Un altro metodo di assunzione che non irrita le mucose sono gli oli e le tinture di cannabis, degli estratti liquidi ricavati dalla pianta destinati esclusivamente all'uso orale. Per un maggiore assorbimento, questi vanno tenuti in bocca per circa un minuto prima di deglutire.
È sicura la combinazione tra cannabis e farmaci antinfluenzali?
La cannabis va utilizzata con cautela quando si è in terapia con farmaci per l'influenza o per il raffreddore. Questo perché molti di questi medicinali alterano il modo in cui l'organismo metabolizza i composti psicoattivi della cannabis, potendo determinare un effetto cumulativo eccessivo.
Pur non rappresentando un rischio grave, la combinazione tra cannabis e farmaci per l'influenza ha un effetto sedativo che in alcuni casi può causare sonnolenza e compromettere alcune funzioni cognitive, con possibili ripercussioni sulla concentrazione e sui processi decisionali.
Nei pazienti suscettibili, molti di questi farmaci causano inoltre effetti collaterali quali siccità delle fauci, confusione, visioni sfocata, alterazioni della frequenza cardiaca, o perdita dell'equilibrio, i quali possono essere aggravati dal consumo di cannabis.
Per evitare il rischio di andare incontro ad effetti indesiderati, agli utenti occasionali è consigliato di astenersi dal consumo di marijuana durante tutta la durata della terapia antinfluenzale, mentre per i consumatori abituali il consiglio è di attenersi alla loro dose di routine.
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