Moby Dick Exterior

Grow Report su Moby Dick: come ottenere raccolti abbondanti e di qualità in condizioni estreme

  • Per coltivare Moby Dick all’esterno, in regioni a clima freddo e umido come il nord della Francia, bisogna incrociare le dita e affidarsi alla sorte. Una situazione che, d’altro canto, si verifica in tutte le coltivazioni outdoor.
  • In questo Grow Report, Ganja Farmer ha voluto condividere con noi l’esperienza di coltivazione di Jean-François, un grower specializzato nelle coltivazioni all’esterno che ha ottenuto ottimi resultati con questa genetica.
Moby Dick Exterior

Una buona pianificazione è fondamentale

  • Scelta della varietà: prendere una decisione quando si sfoglia il catalogo di una banca di semi è più difficile di quanto possa sembrare. A questo giro, mi sono voluto buttare sulla Moby Dick femminizzata, unarinomata campionessa che combina due caratteristiche essenziali per la stragrande maggioranza dei coltivatori: un elevato contenuto di cannabinoidi psicoattivi ed un grande potenziale produttivo.
  • Localizzazione della coltivazione: unappezzamento in campagna, a metà strada tra Parigi e Reims. La zona è un po' troppo fredda e umida per questa varietà, per cui molto probabilmente non mi rimarrà che improvvisare una serra per le piante alte meno di due metri (o al limite una tettoia se il tempo peggiora durante la fioritura) e sperare bene.
  • Obiettivi: il mio consumo annuo di cime è di circa un chilo, un chilo e mezzo nel caso dovessi avere qualche festa extra nel corso dell'anno. Una confezione da dieci semi femminizzatidovrebbe dunque bastare. Come dicevamo prima, quando si coltiva all'esterno molto dipende dalla fortuna, e se il tempo è tanto sfavorevole quanto nel 2016, quando raccolsi 343 grammi d'erba a malapena, produrre un chilo può diventare alquanto complicato. Quest'anno, dunque, ho deciso di coltivare qualche seme in più per sicurezza.

Piante colossali

Moby Dick Exterior 2

  • Avviamento: quest'anno mi metto al lavoro presto, il 10 aprile per l'esattezza. Utilizzo una stanza di germinazione a temperatura costante per assicurarmi che i dieci semigerminino entro 72 ore (un tasso di germinazione del 100% è sempre un buon segno) e, dato che le gelate sono arrivate tardi, tengo le piantine coperte con un telo Velux durante le prime cinque settimane. Il 24 maggio, quando le temperature diurne superano i 20 ºC, le sposto nella loro postazione definitiva (due delle dieci piante le trasferisco in un vaso grande da 100 litri).
  • Periodo vegetativo: Moby Dicksvela le proprie carte fin da subito: una portentosa sativa dalla crescita veloce e vigorosa. Considerata la localizzazione della coltivazione, mi vedo costretto a potare le piante per evitare che superino i tre metri di altezza, ma dopo aver ritagliato i rami principali un paio di volte, la pianta più grande raggiunge comunque i 2,33 metri, occupando uno spazio di circa 4 m3
  • Come tutte le piante dalla crescita vigorosa, Moby Dick dipende in gran parte dalla qualità del suolo che circonda le sue radici. La pianta più grande, che ho soprannominato Lady Marlon, è cresciuta su un letto di letame ed è diventata un esemplare di dimensioni impressionanti che dovrebbe produrre oltre un chilo. Le altre, situate in luoghi meno favorevoli ma comunque correttamente fertilizzati, sono più piccole. Seguendo lo stesso criterio di doppia potatura (durante la fase di crescita), ogni pianta ha sviluppato una dozzina di rami e ha raggiunto 1,80 metri di altezza, con un aspetto forte e che scoppia di salute. Relativamente alle piante cresciute in vaso, risulta evidente che Moby Dick non si sente a suo agio in un tale ambiente, indipendentemente dalle dimensioni, e ovviamente, il risultato ne risente: le ramificazioni sono lunghe e fragili e il fogliame, poco folto, è costituito da foglie di colore verde chiaro che ingialliscono non appena inizia la fioritura.

    Guardando meglio mi accorgo che le due sfortunate piante hanno le radici bloccate nel vaso. Tiro gli steli leggermente verso l'alto e constato che le piante hanno radicato con forza. Decido dunque di trapiantarle in due grandi buchi che scavo per terra: le piante ne saranno grate e l'ingiallimento del fogliame sparirà presto. Addirittura riprenderanno a crescere durante le ultime quattro settimane che mancano all'inizio della fioritura, ma purtroppo a questo punto non produrranno che delle piccole cime di qualità leggermente inferiore.
  • Periodo di fioritura: Poiché le piante cominciano a presentare filamenti di fiori femmina già dalla fine di giungo, faccio fatica a datare l'inizio della fioritura con assoluta precisione. Poi c'è da considerare anche il fatto che, pur venendo seminati contemporaneamente, la germinazione dei semi di uno stesso lotto può cominciare con un margine di differenza di tre settimane. In ogni caso, se la fioritura parte con il piede giusto, tutto dovrebbe andare liscio. Le piante più precoci producono le prime cime a partire dal 15 agosto, che mostrano i primi tricomi verso la fine del mese. Queste potranno essere raccolte a partire dal 20 settembre, mentre al resto serviranno almeno tre settimane in più, se non un mese.

Risultati sbalorditivi

            • Difficoltà incontrate: la principale sfida ha riguardato il clima. Le varietà sativa sono piante di origine tropicale che gradiscono i climi mediterranei e, in quanto tali, non si trovano molto a loro agio nelle zone quali il nord-est della Francia, che rimangono troppo umide e fredde nonostante gli effetti del riscaldamento globale. Questo non dovrebbe essere un problema durante il periodo vegetativo, ma la fioritura è un altro discorso.

              L'ideale sarebbe stato che l'estate si fosse allungata fino alla metà di ottobre, ma purtroppo non è andata così e lo stelo di Lady Marlon è stato danneggiato durante una tempesta. Per salvarlo, ho dovuto tagliare un paio di rami irrecuperabili e raddrizzarlo con l'aiuto di qualche paletto di sostegno. Altrettanto utile è proteggere la pianta con una struttura conica fatta di canne di bambù dove legarci i rami a due terzi di altezza. In questo modo si evita che le pesanti ramificazioni, cariche di fiori, oscillino al vento.
            • Il raccolto: nonostante il sole sia stato assente durante le ultime settimane, le cime sono pesanti, compatte e appiccicose, con addirittura qualche insetto attaccato, e il processo di essiccamento si protrae per circa due settimane (a 15 ºC). Lady Marlon è riuscita ad arrivare alla fine del raccolto con una produzione di 988 grammi di cime dopo l'essiccamento e il trimming; i rami danneggiati, purtroppo, non le hanno permesso di superare la barriera simbolica del chilo. Altre due piante hanno prodotto tra 700 e 800 grammi per esemplare e, le quattro restanti, circa 500. Quelle cresciute in vaso, invece, hanno generato circa 400 grammi di cime più piccole e di qualità leggermente inferiore.

Moby Dick Tricomas

          • Degustazione: sono dell'opinione che la cannabis dia il meglio di sé quando viene vaporizzata e Moby Dick non fa certo eccezione. Il suo vapore è straordinario ed il sapore, potente, intenso e corposo, si distingue da tutti gli altri. Appena 0,3 grammi d'erba mi permettono di svapare per circa 35 minuti e mi tengono ancora più a lungo bloccato sul divano. L'effetto è molto psichedelico e duraturo, una sensazione cerebrale che ritorna con rinnovata forza proprio quando sembra sul punto di sparire. Con questa varietà è dunque importante non esagerare con la dose, optando per canne non troppo cariche o con una miscela di erba e tabacco.
          • Bilancio complessivo: Moby Dick se l'è cavata benissimo considerando le cattive condizioni climatiche della stagione, e i suoi difetti non sono altro che la conseguenza dei suoi punti di forza: le sativa sono piante generose e piene di vivacità, ma ciò le rende anche molto ingorde. In più, hanno bisogno di un suolo particolarmente fertile e la loro enorme massa fogliare è fragile durante la fioritura. In compenso, hanno una grande resistenza alla muffa, in particolare alla botrytis. Infatti, alcune delle mie piante hanno preso diversi acquazzoni durante la fioritura e, anche se la mattina dopo facevo fatica ad avvicinarmi al raccolto per paura dei possibili danni, non ne ha risentito neanche una. E ciò senza considerare che durante la fine della fioritura le temperature notturne scendevano a 5 ºC e che quelle diurne non superavano i 16 ºC. Eppure, una volta selezionate le migliori cime, ho ottenuto un raccolto di 2,5 kg. Un urrà per Moby Dick! La sua reputazione di campionessa è più che meritata.
12/07/2018

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