- Il primo festival della cannabis, la normativa sulla canapa industriale, la riduzione della condanna per uso personale...
- Negli ultimi anni, le leggi greche relative alla pianta stanno diventando più leggere e flessibili.
- L'ultimo provvedimento riguarda la creazione di un gruppo di esperti, nominati dal Governo, che porrà le basi per la legalizzazione della marijuana con finalità terapeutiche.
La normativa greca relativa al consumo della cannabis è molto più conservatrice che il resto dei paesi europei. Sembra, però, che qualcosa sta cambiando e che la nazione ellenica sia disposta a introdurre un nuovo quadro normativo. A maggio venne celebrato il primo festival della marijuana e ad aprile il Governo legalizzò la canapa industriale dopo 60 anni di proibizione.
I sostenitori della legalizzazione stanno approfittando della presenza al potere di un partito di sinistra come Syriza, apparentemente più favorevole ad alleggerire la normativa. Ora si discute la possibilità di permettere la cannabis terapeutica, e per quattro mesi un team di esperti analizzerà la situazione del paese e proporrà delle misure affinché i pazienti possano fare uso della marijuana medica.
Il team sarà formato da studiosi, psichiatri, scienziati e consulenti legali del primo ministro, del Ministero della Salute e del Ministero di Giustizia, oltre a rappresentanti delle associazioni di pazienti. La sua missione è proporre delle normative che rendano possibile l'uso medico della marijuana. Per farlo, studieranno l'attuale uso della cannabis e il suo quadro legislativo.
Questa misura arriva dopo la richiesta di vari parlamentari di Syriza di legalizzare la cannabis terapeutica. Bisognerà però aspettare per sapere se avrà successo: fino al 30 ottobre non si conosceranno le conclusioni del gruppo di esperti, e c'è sempre la possibilità che non cambi nulla.
Già nel 2011, l'allora ministro di Giustizia Miltiades Papaïoannou propose di depenalizzare le piccole quantità d'erba. Il Consiglio dei Ministri arrivò ad approvare un progetto di legge, ma il provvedimento di Papaïoannou, allora membro della Commissione Mondiale sulle politiche anti-droga, non arrivò mai a convertirsi in realtà e andò in fumo.
Attualmente, il possesso individuale di marijuana è penalizzato con un massimo di cinque mesi di prigione, che possono essere però sostituiti da un programma di riabilitazione. Fino a un lustro, la pena prevista per le persone sorprese con qualsiasi tipo di droga, anche di piccole quantità, era molto maggiore. Infatti, arrivavano a cinque anni. Nel 2013 un emendamento ridusse il tempo di detenzione per la coltivazione per uso personale, mentre la vendita è punita con un minimo di otto anni. È però il giudice che deve decidere cosa significa "piccola quantità", stabilendo se è per uso personale o no. Nonostante ciò, la legislazione è notevolmente più dura rispetto a paesi come la Spagna, dove è permesso l'uso della cannabis in privato. E rispetto alla marijuana terapeutica, è priva di una normativa specifica.
L'apertura di un paese molto rigoroso
Forse il paese ha sbagliato ad avere una legislazione troppo proibitiva. La "ramanzina" della Commissione Europea nel 2002 ne è stata la dimostrazione. Allora, la Commissione arrivò ad accusare il paese ellenico di utilizzare la legge anti-cannabis per bloccare la vendita di prodotti totalmente inoffensivi derivati dalla canapa. Come ad esempio i sandali elaborati a partire dalle fibre di una pianta come la canapa, che contiene solo lo 0,2% di THC, rispetto alla marijuana che ne contiene un 16%.
Come fu detto durante la riunione, il problema potrebbe essere sorto perché in Grecia si utilizza la stessa parola per riferirsi alla sostanza considerata illegale e alla pianta di canapa, che si può utilizzare per estrarre fibre e prodotti tessili. Dopo 60 anni di proibizione, il paese ha legalizzato questo stesso anno le piantagioni di canapa a scopo industriale. Il provvedimento è solo uno dei tanti volti a migliorare la depressa economia nazionale.
Un altro dei segnali che fanno pensare ad una posizione più aperta è la celebrazione del primo Athens Cannabis Protestival. Inaugurato a maggio nella famosa piazza Syntagma, i manifestanti chiesero la legalizzazione della marijuana e la depenalizzazione dell'uso personale. In particolare, il motivo della marcia era la lotta per il diritto di un individuo di utilizzare la sostanza che sceglie.
Tra gli organizzatori dell'evento erano presenti membri dell'area giovanile e dei diritti umani di Syriza. Il primo ministro greco, Alexis Tsipras, non partecipò, nonostante i suoi colleghi avessero richiesto la sua presenza, dato che nel passato aveva mostrato il suo appoggio al movimento. Il poster che pubblicizzava il festival mostra Atena, dea della guerra e della sapienza, coltivando piante di cannabis.
I sostenitori della legalizzazione del festival hanno come modello di riferimento l'Uruguay, dove ogni cittadino può coltivare fino a sei piante per uso personale, e insistono sul valore economico che porterebbe la legalizzazione. In una lettera inviata a Tsipras, i manifestanti calcolarono che il provvedimento porterebbe a degli ingressi di 2,5 milioni di euro e la creazione di 40.000 nuovi posti di lavoro.
A causa della sua storia, la Grecia spicca come produttrice di cannabis. Negli anni 20, il consumo dell'erba si estese rapidamente: i greci che ritornavano dalla Turchia portarono al proprio paese l'abitudine turca di fumare hashish. L'hashish veniva utilizzato regolarmente nei bar, nella zona del porto del Pireo e nel centro di Atene, secondo uno studio sui diversi aspetti dell'uso dell'hashish.
Nel frattempo, restano due mesi per conoscere la decisione del comitato di esperti. Nonostante ciò, la risoluzione non è vincolante e alla fine l'ultima parola spetterà al Governo ellenico. I sostenitori e gli oppositori della legalizzazione della cannabis terapeutica dovranno aspettare per vedere se la Grecia sarà all'avanguardia, come molti altri paesi, o continuerà bloccata.
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