- Anche laddove la marijuana è completamente legalizzata, anni e anni di proibizione hanno lasciato un’impronta nel modo in cui essa viene coltivata. Se non sono state fatte abbastanza ricerche perché le autorità non lo permettevano, come impedire ora che le piaghe rovinino i raccolti? Come farlo senza utilizzare pesticidi, erbicidi, o fungicidi, anch’essi pericolosi per noi?
Negli Stati Uniti, nonostante la depenalizzazione avanzi a lunghi passi, la lenta macchina della burocrazia sta impedendo che si possano utilizzare pesticidi ed erbicidi per proteggere le coltivazioni di cannabis contro le piaghe che la affliggono. Sebbene sia assolutamente permesso utilizzare questi prodotti con altre piante, il fatto che coltivare marijuana sia ancora illecito in alcune parti del paese, impedisce agli agricoltori di adottare delle misure adeguate se qualche insetto o fungo attacca le loro piantagioni di marijuana.
A Denver, nel mese di marzo, leautorità sanitarie hanno messo in quarantena le piante di varie aziende che avevano utilizzato pesticidi considerati pericolosi dagli ispettori. Anche se qualche settimana dopo le analisi dimostrarono che non c’era nessun problema, e gran parte di quei raccolti furono liberati, ci furono imprenditori che preferirono disfarsi delle piante per evitare complicazioni.
Il mezzo di comunicazione digitale The Oregonian pubblicò che vari prodotti terapeutici di un dispensario del posto contenevano una quantità di pesticidi superiore ai livelli consentiti dallo stato. Nonostante il produttore e il negozio avessero contrassegnato le confezioni con le etichette che indicavano la conformità alle norme, gli editori del mezzo di comunicazione diedero l’incarico a due laboratori indipendenti di verificare tale informazione.
Per trattare le piaghe che attaccano le piante di cannabis non si possono utilizzare gli stessi prodotti utilizzati per altre piante. I fungicidi che si impiegano, ad esempio, per eliminare determinati funghi che attaccano la vite, sono pericolosi quando sono esposti ad alte temperature. Si possono utilizzare per l’uva, ma non per la marijuana perché sono frutti che si scaldano per essere consumati. I residui dei pesticidi nella cannabis che è stata seccata e inalata vanno direttamente al torrente sanguigno; così come gli altri alimenti, anche quando questi contaminanti vengono consumati attraverso il cibo mescolato con cannabis possono presentare un alto rischio per esposizione diretta.
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