- Donando il sangue si salvano tre vite.
- Questa è solo una delle affermazioni usate dalle banche del sangue per fomentare gesti di solidarietà.
- La comunità legata alla cannabis, abitualmente generosa con il prossimo, si ferma davanti al dubbio se il suo sangue sarà accettato o no.
Non sono pochi gli esempi di azioni altruiste realizzate dal mondo della marijuana. La solidarietà può presentarsi in molte forme: gala di beneficienza, gare solidali, donazioni di denaro… Un'altra, sicuramente importante, è la donazione del sangue, e alcuni consumatori di cannabis si domandano se possono accedervi.
Le trasfusioni aiutano a salvare milioni di vite ogni anno. Per citare solo alcuni casi, le donazioni sono fondamentali per persone con gravi traumi, pazienti che subiscono interventi chirurgici complessi, malati di cancro o donne con complicazioni ostetriche.
I consumatori di marijuana si chiedono spesso se possono donare il sangue. Sebbene la risposta breve sia sì, sì che possono, è necessario stabilire una serie di sfumature per fare delle affermazioni più elaborate.
La prima precisazione è che il donatore può aver consumato cannabis, ma non può realizzare la trasfusione sotto i suoi effetti. Infatti, non è permessa la donazione di sangue a persone sotto effetto di qualsiasi sostanza, che sia alcol, cannabis o farmaci. Questa limitazione è dovuta alla possible incapacità di dare il consenso informato. Le banche del sangue indicano che i volontari devono presentare un ottimo stato di salute: riposo, buona alimentazione e perfette condizioni per la donazione.
Il Centro di Trasfusione della Comunità di Madrid afferma: "Il consumo di cannabis non rappresenta un impedimento per la donazione di sangue. Si può donare sempre che siano passate almeno 24 ore dall'ultimo consumo e non se ne presenti sintomatologia".
Un altro dubbio che suscita la donazione tra i consumatori di marijuana è se il sangue venga sottoposto ad analisi di THC. La risposta è negativa, poiché il sangue passa da un'analisi biometrica ematica e non tossicologica, che sarebbe quella necessaria a determinare la presenza di THC nel sangue. Gli esami realizzati dalle banche determinano solo il gruppo sanguigno e analizzano gli indicatori che informano della presenza di malattie a trasmissione sanguigna come l'HIV, l'epatite B e C, la sifilide, la malattia di Chagas o la malaria.
Così i consumatori di marijuana, lasciando passare il tempo necessario per non presentare gli effetti della cannabis, possono realizzare la loro azione altruista senza temere rifiuti. E se rimane ancora qualche dubbio, la Croce Rossa mette a disposizione nel suo sito internet tutto quello che dobbiamo sapere sulle donazioni e il processo d'esclusione.
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