- Oltre ad eleggere il nuovo presidente del paese, gli statunitensi hanno appena votato anche per diverse misure a livello statale che porteranno a numerosi cambiamenti.
- Le proposte per legalizzare il consumo ricreativo della cannabis sono andate avanti in quattro dei cinque stati in cui sono state sottoposte all’opinione pubblica, tra i quali troviamo anche la potente California. Solo in Arizona l’iniziativa è stata respinta.
- È stato approvato anche l’uso terapeutico in altri tre territori, e ampliato il programma in un quarto, il Montana, in cui finora si applicavano forti restrizioni.
Il 9 novembre scorso gli statunitensi si sono svegliati con la notizia del repubblicano Donald Trump che occuperà lo Studio Ovale dopo essere stato eletto presidente nelle elezioni tenutesi il giorno precedente. Ma, al di là di questo risultato inaspettato, le votazioni sono servite per prendere anche decisioni in merito ad altre questioni che interessano ogni singolo stato. Tra di esse è compresa anche la legalizzazione dell'uso della marijuana, a scopo ricreativo o terapeutico a seconda dei casi, una questione in cui ci sono stati cambiamenti molto incoraggianti a livello nazionale.
È così che nove stati hanno votato delle iniziative relative al consumo della pianta, con risultati diversi. In Arizona, Maine, Massachusetts, Nevada e California si votava sull'uso a scopo ricreativo, aprendo la possibilità di unirsi alla lista dei territori che avevano già fatto questo passo, integrata da poco dall'Alaska, dal Distretto di Columbia, dal Colorado, dall'Oregon e da Washington: in tutti questi stati l'uso della cannabis è regolamentato e soggetto a tassazione, in modo simile a quanto avviene con l'alcol. Il resto degli stati ha votato per regolamentare l'uso medicinale della marijuana. In tutto, questi stati rappresentano una popolazione totale di 75 milioni di persone.
Qual è la posizione del nuovo presidente in relazione alla cannabis?
Sembra che Donald Trump abbia l'intenzione di rispettare il diritto degli stati di legalizzare la marijuana: "Se votano per averla, votano per averla" è arrivato ad affermare durante la campagna elettorale. Trump, da sempre uomo d'affari e ora presidente, ha sostenuto la legalizzazione della cannabis nel 1990 e ha proposto la fine della guerra contro le droghe al fine di godere delle entrate provenienti dalla marijuana. Inoltre, in molti degli stati che hanno appena legalizzato la marijuana ha vinto la sua candidatura per la presidenza.
Tuttavia, in interviste più recenti, Trump ha iniziato ad utilizzare toni diversi in relazione alla legalizzazione, più conservatore e vicino a quella dei suoi repubblicani, come il governatore del New Jersey Chris Christie, l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani o lo stesso vice presidente Mike Pence, tutti radicalmente anti-cannabis. E se Trump decide di mettere nelle sue mani una posizione di potere, come ad esempio il Dipartimento di giustizia o quella della Procura generale, c'è una possibilità molto concreta che decidano di provare a chiudere l'industria della cannabis legale.
Quindi le principali preoccupazioni di questi nuovi stati legalizzati dovrebbero riguardare la gestione del loro rapporto con l'amministrazione Trump, piuttosto che con lo stesso Donald Trump. Ma diamo un'occhiata a come è progredita la questione, esaminando i risultati ottenuti nei diversi stati:
California: SI (56 % dei voti)
La soleggiata California era quella che aveva più di tutti gli occhi puntati addosso, essendo lo stato più popoloso di tutto il territorio statunitense, con più di 38 milioni di abitanti. Il provvedimento era il passo da fare per proseguire il cammino, poiché l'uso della cannabis a scopo terapeutico è legale in California dal 1996.
E come indicavano i pronostici, dalle 00:01 del 9 novembre il consumo di marijuana è completamente legale in California (anche se con multe di 100 dollari per chi fuma in pubblico). Viene qui così approvata la denominata Proposta 64, che considera legale il consumo e il possesso di 28,5 grammi di marijuana per uso personale, così come anche la coltivazione di un massimo di sei piante in un luogo privato e nascosto alla vista. L'approvazione del provvedimento elettorale, che crea il più grande mercato della cannabis degli Stati Uniti, arriva sei anni dopo che gli elettori della California avevano respinto per poco un altro provvedimento simile.
Ma quando sarà possibile vendere la marijuana nei negozi? Per ora, la misura consente solo la commercializzazione della marijuana da parte di aziende in possesso di una licenza statale. E c'è la data limite del 1° Gennaio 2018 per procedere al rilascio delle licenze per la vendita al dettaglio da parte dei venditori di cannabis a scopo ricreativo, che dovranno pagare due nuove tasse, una sulla coltivazione, e l'altra sul commercio della cannabis e dei prodotti derivati.
Massachusetts: SI (53% dei voti)
Il punto 4, che promuoveva una legge per il consumo di marijuana a scopo ricreativo, è stato approvato anche nello stato del Massachusetts. Questa misura consentirà agli adulti con più di 21 anni di consumare e piantare privatamente senza subire conseguenze legali. La norma prevede, inoltre, che la quantità massima che gli utenti possono avere in loro possesso è di 28,5 grammi.
Il risultato è positivo anche per il settore, in quanto permette l'acquisto e la vendita legali della cannabis e dei prodotti derivati. Per monitorare l'attività, si prevede la creazione di una Commissione di Controllo per la Cannabis che supervisionerà l'intero processo di legalizzazione e gestirà le licenze specifiche per coloro che commercializzeranno questo tipo di articoli.
Per quanto riguarda le tasse, l'iniziativa impone una tassa del 3,75% oltre a quella attualmente applicata alle vendite nello stato, e permette ai governi locali di aumentare il tasso di un ulteriore 2%. Secondo la proposta, la legalizzazione della marijuana entrerà in vigore nel Massachusetts il 15 dicembre, un vero e proprio regalo di Natale per gli amanti della pianta.
Nevada: SI (54 % dei voti)
Un'altra vittoria importante, poiché significa trasformare Las Vegas nella Sin-City della marijuana negli Stati Uniti. Gli individui di età superiore a 21 anni che vivono in Nevada potranno anche, a breve, possedere, trasportare, acquistare e consumare marijuana nel loro tempo libero, senza doverlo giustificare con un problema di salute. Coloro che vivono a più di 40 chilometri da un negozio certificato hanno il permesso, inoltre, di coltivare provatamente fino a un massimo di sei piante. Non si può consumare la cannabis in pubblico, pena una multa da 600 dollari.
Oltre all'età minima e al numero di piante, un'altra delle cifre che coincide con le misure stabilite nei casi precedenti è la quantità massima che gli abitanti di questo stato possono consumare e trasportare, fissato a 28,5 grammi.
Nel campo delle imposte, tuttavia, la norma impone dei requisiti leggermente superiori. La tassa che riguarda i coltivatori che hanno ottenuto la licenza corrispondente aumenta fino al 15%. I fondi raccolti dall'Amministrazione attraverso questo percorso saranno utilizzati per implementare la misura, e anche per sostenere dei programmi di educazione al fine di aumentare la consapevolezza circa il corretto consumo della cannabis.
Maine: SI (50,3 % dei voti)
Grazie a questa quasi parità tecnica dell'8 novembre (solo poche migliaia di voti hanno spinto l'iniziativa verso il sì) lo stato del Maine, sulla costa orientale degli Stati Uniti, ha aderito alla legalizzazione del consumo ricreativo della marijuana. E anche se per molto poco, la maggior parte degli elettori si è espressa a favore del Punto1, un'iniziativa che introduce alcune modifiche rispetto alla situazione precedente.
Da un lato, stabilisce la stessa età minima per il consumo (21 anni), ma aumenta la quantità massima che gli utenti possono possedere e consumare fino a 71 grammi. Dall'altro, stabilisce che il 40% delle licenze relative alla coltivazione della pianta debbano essere concesse ai piccoli agricoltori.
Ma forse il punto più eclatante dell'iniziativa è che quest'ultima trasforma il Maine nell'unico stato del gigante nordamericano che legalizza i club sociali di cannabis come luoghi in cui è possibile acquistare e godere della marijuana in modo collettivo. La proposta del Maine è la prima a includerli in modo specifico, cosa che può rappresentare un cambiamento definitivo nel settore economico della cannabis in questo stato.
Arizona: NO (52 % dei voti)
Nonostante confini con la California, le votazioni in Arizona non hanno avuto gli stessi risultati: purtroppo, è stato l'unico territorio in cui la proposta di legge, la Proposta 205, per regolamentare il consumo di marijuana a scopo ricreativo, è stata respinta. Tuttavia, il risultato non ha colto di sorpresa nessuno, visto che questo stato, tradizionalmente repubblicano, si è sempre mostrato molto conservatore per quanto riguarda la regolamentazione dell'uso della cannabis a scopo ricreativo.
Florida: SI (71% dei voti)
Molti occhi erano rivolti verso questo stato che agisce come un'appendice nordamericana. E la Florida non ha deluso. Anche se non possiamo ancora parlare di usi ricreativi, lo stato ha approvato la legalizzazione della marijuana a scopo terapeutico con la più alta percentuale di voti a favore di tutta la storia, superando il 70% di coloro che avevano votato a favore della marijuana a scopo ricreativo a Washington DC, due anni fa .
Tuttavia, non ci sono solo buone notizie. L'emendamento 2 della Florida è una delle leggi sulla legalizzazione più brevi mai approvate. Ha solo cinque pagine, il che significa che ci sono molti dettagli che devono ancora essere risolti. E lascia tutta la regolamentazione nelle mani del Dipartimento della Salute della Florida, che sarà colui che indicherà i limiti sul possesso per una "somministrazione adeguata ad ogni paziente".
Ad esempio, la nuova legge inizierà ad essere applicata il 3 gennaio 2017, e richiede ai pazienti di ottenere una certificazione da un medico e poi una tessera d'identificazione emessa dallo Stato. E passeranno mesi prima che queste tessere di identificazione siano disponibili. Anche il Dipartimento della sanità sarà responsabile del rilascio delle licenze per l'attività dei dispensari di cannabis medicinale.
Nord Dakota: SI (63,7% dei voti)
Anche in questo stato che confina con il Canada l'elettorato ha portato avanti la proposta di legalizzare il consumo di cannabis medicinale con oltre il 60% dei voti. Il Dipartimento della Salute statale ha ora 90 giorni di tempo per iniziare ad attuare il regolamento, che stabilisce che la pianta sarà distribuito nei dispensari per i pazienti, anche se questi ultimi possono coltivare fino a un massimo di otto piante se vivono a più di 40 miglia (circa 64 km) da uno di questi stabilimenti.
I dispensari non possono coltivare nelle proprie strutture più di 1.000 piante di marijuana, indipendentemente dalle fasi di crescita. E non possono accumulare più di 100 kg. marijuana, indipendentemente dalla sua formulazione. Verrà applicata anche una tassa di apertura di 5.000 dollari per ogni dispensario.
Arkansas: Sí (53% dei voti)
In questo stato, in cui la decisione è stata particolarmente controversa, sono stati presentati due progetti normativi: l'Arkansas Medical Marijuana Amendment (limitava il numero di dispensari a 40 in tutto il territorio) e l'Arkansas Medical Cannabis Act. Anche quest'ultimo limitava il numero massimo di stabilimenti, ma come nel Nord Dakota, consentiva ai pazienti che vivono lontano dalle strutture di coltivare la pianta in casa. Purtroppo, questo progetto, più permissivo, non è andato avanti a causa di alcune irregolarità trovate nella raccolta delle firme.
Di conseguenza, anche se il risultato delle votazioni è stato positivo, l'iniziativa approvata, il Medical Marijuana Amendment, impone dei limiti rigorosi all'uso di cannabis medicinale per i malati.
Montana: SI (56,9% dei voti)
Nel Montana è permessa la somministrazione di cannabis medicinale dal 2004. Tuttavia, sfortunatamente per i malati, altre decisioni diverse giunte a posteriori hanno introdotto via via sempre più limiti al consumo da parte dei pazienti (i distribuitori potevano consegnarla solo a tre utenti diversi) e provocarono la chiusura di numerosi dispensari nell'estate scorsa.
Fortunatamente, lo stato ha votato a favore dell'espansione del suo programma di cannabis medicinale, grazie al supporto di un cittadino su quattro. È andata in porto l'Iniziativa 182, che stabilisce che i dispensari di marijuana apriranno di nuovo dopo la loro chiusura nello scorso mese di agosto e i medici potranno prescrivere il consumo della pianta a più di 25 pazienti all'anno senza essere multati.
E ora, che succederà?
Anche se tutti i passi sembrano andare verso la giusta direzione, ci sono ancora dei limiti che rallentano i progressi promessi negli stati. La marijuana è ancora considerata una sostanza illegale a livello federale. Le barriere coinvolgono in modo particolare il settore economico che si sviluppa intorno alla marijuana, dal momento che il governo federale proibisce severamente il commercio nella pianta e dei prodotti derivati tra i diversi stati, persino se essi hanno approvato l'attività all'interno dei loro confini.
Nonostante ciò, le misure adottate di recente hanno promosso la comparsa di un blocco territoriale sulla costa occidentale, che comprende la potente California, a favore dell'uso ricreativo della marijuana. Come ha indicato Gavin Newsom, il vice-governatore della California, questo fatto potrebbe comportare una nuova opportunità affinché gli Stati che hanno legalizzato questo tipo di consumo possano "coordinarsi e collaborare" e anche esercitare delle pressioni su Washington per allentare i divieti a livello federale.
Anche se i risultati presidenziali non hanno soddisfatto molti, sia all'interno che fuori dal paese, i risultati ottenuti per la legalizzazione della cannabis sono stati notevoli. Sono già 29 gli stati che consentono la cannabis medicinale e 8 quelli che considerano legale il suo uso ricreativo, delle cifre che negli ultimi anni non hanno fatto altro che crescere. Speriamo che continuino a farlo. Resta da vedere la posizione che il nuovo presidente prenderà al riguardo, cosa che influenzerà anche il futuro prossimo.
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