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Un altro significativo appuntamento siciliano contro il pregiudizio sulla cannabis

  • Venerdi 15 Maggio a Messina in Sicilia si è svolto un interessante convegno multidisciplinare sulla cannabis, promosso dall'associazione Officine Democratiche. All'incontro, pensato per poter contrastare i ripetuti ed inutili moralismi che avvolgono la questione cannabis, ha visto la partecipazione di figure professionali provenienti da vari settori. Si è deciso di mettere a confronto professionisti di aree di studio differenti in modo da affrontare il tema con un approccio multidicliplinare.  
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Farmacologi, criminologi, avvocati penalisti ed economisti hanno esposto, ognuno secondo il proprio punto di vista professionale, gli errori e le contraddizioni che si sono susseguite durante i lunghi anni di politiche proibizioniste. Il tema è stato quello di smontare delle false verità sulla cannabis visto che non hanno prodotto niente di positivo. Ancora oggi anche se c’è un’aria di cambiamento, soprattutto dopo la pubblicazione della relazione annuale antimafia,nella quale si esorta per la prima volta la classe politica italiana a trovare delle forme di regolamentazione della cannabis (e non criminalizzazione), purtroppo il radicato pregiudizio, nei confronti di una pianta che ha per l’uomo più benefici che problemi, costituisce uno degli ostacoli più difficili da superare. Nel documento della DNA si legge: ”Davanti all'oggettiva inadeguatezza di ogni sforzo repressivo, spetterà al legislatore valutare se sia opportuna una depenalizzazione della materia”. Inoltre la DNA invita il Parlamento a “riconoscere il diritto alla salute dei cittadini ed a tenere conto delle ricadute che la depenalizzazione avrebbe in termini di deflazione del carico giudiziario, di liberazione di risorse delle forze dell'ordine e magistratura per il contrasto di altri fenomeni criminali e, infine, di prosciugamento di un mercato che, almeno in parte, è di appannaggio di associazioni criminali agguerrite".

La splendida chiesa di Santa Maria degli Alemanni, unadelle maggiori espressioni dell'arte gotica italiana, ha fatto da cornice ad un evento organizzato in modo da permettere al pubblico, eterogeneo e variegato, di analizzare e comprendere i meccanismi che hanno portato al proibizionismo per poter così rendere comprensibile gli errori etici ed ideologici del passato. Durante la conferenza le tematiche approfondite hanno ben spiegato cosa é successo in particolar modo agli inizi degli anni ottanta negli Stati Uniti. Le politiche proibizioniste iniziate dal presidente americano Ronald Reagan vennero applicate a tutte le sostanze psicotrope in particolar modo alla cannabis e alla cocaina per contrastarne il crescente uso che dilagava tra i giovani delle classi bianche.

Rispetto agli anni settanta, che furono considerati anni di relativa tolleranza, la politica di guerra alle droghe ha fatto lievitare peró radicalmente il livello di carcerizzazione negli stati americani, comportando una serie di conseguenze. Come spiega Achille Saletti, criminologo e presidente nazionale dell'associazione Saman, se si guarda proprio agli Stati Uniti, le lotte proibizionistiche fallimentari da un lato e le iniziative prese dalla popolazione per rendere accessibile la cannabis terapeutica hanno portato vari stati a scegliere una strada diversa da quella iniziata da Reagan. Se la California ha iniziato un processo di legalizzazione della cannabis a livello terapeutico, il Colorado, avendo reso accessibile la cannabis a tutti i cittadini senza distinzione tra terapeutico e ricreativo, ha scardinato totalmente il sistema proibizionista messo in piedi vent'anni prima. Il caso del Colorado ha infatti dimostrato che la legalizzazione di canapa ha avuto dei riscontri positivi sia per lo stato che per la societá. Per quanto riguarda lo stato, aver legalizzato la cannabis ha significato un aumento degli introiti, attivando cosí un processo di "rinascita" economica. Sono nate moltissime aziende legate alla produzione ed alla trasformazione di cannabis, e a distanza di quasi un anno si puó affermare che sono quasi tutte in crescita.

A livello sociale l' eliminazione del reato di consumo (per le piccole quantitá) ha favorito una diminuizione dei crimini legati al consumo ed allo spaccio di droghe leggere. Tutto ciò ha portato ad uno sfollamento delle carceri (che ha giovato al'economia statale) e ad diminuizione del rischio da parte della popolazione (facendo di diminuire i casi di problemi legati). Proiettando il caso del Colorado e di altri stati che hanno intrapreso il proceso di legalizzazione della canapa, Piero David, ricercatore della facoltá di economia di Messina, ha presentato una ricerca economica, unica nel suo genere in Italia, per analizzare i costi ed i benefici delle politiche sulla cannabis. In collaborazione con il CRN, che ha fornito dei dati fondamentali per lo sviluppo della ricerca, si è analizzato il consumo reale di cannabis nella popolazione italiana. Uno strumento utilizzato per la raccolta dati è stato quello di condurre un'analisi delle acque di scarico delle maggiori cittá italiane. Si evince che le enormi quantitá di principio attivo (thc) presenti nelle acque sono una testimonianza dell'elevato consumo di cannabis da parte della popolazione. Inoltre i numeri dei sequestri di sostanza illegale degli ultimi anni da parte delle forze fanno pensare che le quantitá sequestrate sono solo la punta di un iceberg. Si tratta di numeri altissimi, e la proposta del giovane ricercatore é stata quella di trovare un sistema economico da applicare allo stato italiano che possa soddisfare i consumatori e allo stesso tempo le casse dello stato.

La conferenza é proseguita con la presentazione del nuovo centro studi Pharma.Ca, un'associazione di studiosi che si propone di portare avanti gli studi sulla cannabis. La giovane referente, Maria Flavia Timbro, ha evidenziato le non poche difficoltá che incontra il centro per portare avanti studi avanzati sulle sostanze cannabinoidi. L'ostacolo maggiore é proprio quello di non avere a disposizione dei luoghi ai finanziamenti adatti a poter produrre la materia prima a scopo di ricerca. In questo modo gli studi sulla cannabis rimangono fermi in attesa di nuovi provvedimenti a riguardo, rallentando cosí la ricerca.

L'incontro é terminato con l'intervento telefonico del senatore Della Vedova, ideatore del gruppo interparlamentare che si sta occupando di formulare una legislazione sulla cannabis. La sua idea è non più schierarsi a favore o contro questa pianta, bensì regolamentare il suo uso e favorire la ricerca, per comprendere i suoi benefici ed i possibili effetti avversi sulla salute dell’uomo.

La vicenda del proibizionismo ha avuto dei connotati prettamente politici. Ad un certo punto si è deciso di proibire tutte le sostanze psicotrope, anche se si era avuta l'esperienza fallimentare dell'alcol che aveva provocato piú danni che benefici. La promozione di un gruppo trasversale è arrivata di fronte alla necessità di risolvere un problema latente che non può essere più ignorato. Eventi come quello organizzato da Officine Democratiche a Messina sono un esempio di buona pratica da seguire per consentire un dialogo equilibrato tra la popolazione, la ricerca e la politica. E sembra che in Italia dibattiti del genere sulla cannabis, utili a sfatare in modo scientifico i falsi miti sulla cannabis, siano sempre piú frequenti, sará per il bisogno comune da parte di una grossa fetta della popolazione italiana a trovare una soluzione al presto.

25/06/2015

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