- I magistrati della Sezione Penale del Tribunale Supremo di Spagna, riuniti in un comitato giurisdizionale, hanno deciso di accogliere il ricorso presentato dalla Procura contro una sentenza del Tribunale Provinciale di Vizcaya che ha assolto i responsabili dell’Associazione di Studi e Consumatori della Canapa Ebers, di Bilbao, perché ritiene che la sua "struttura e il suo funzionamento" vada oltre la filosofia che c’è sotto la sua dottrina sul consumo condiviso. Si tratta di un colpo importante da parte del massimo organo giudiziario spagnolo a tutto l’attivismo cannabico, con il quale si cerca di criminalizzare le centinaia di associazioni di questo tipo esistenti nel paese spagnolo.
L’operazione delle forze dell’ordine contro l’Associazione di Studi e Consumatori della Canapa di Ebers ha avuto inizio nel 2011 e il giorno della retata, il 14 de novembre, gli agenti sequestrarono nella sede dell’associazione a Deusto diverse quantità di marijuana. L’Alta corte condanna ora 5 persone, tra le quali ci sono i responsabili di questa associazione spagnola, per crimine contro la salute pubblica, sebbene escluda le figure di associazione illecita o di organizzazione criminale delle quali erano stati accusati.
In questo modo, il Tribunale Supremo accoglie in parte il ricorso della Procura nei confronti della sentenza della Sesta Sezione del Tribunale provinciale, che un anno fa assolse i tre dirigenti e i due soci di Ebers dall’accusa di aver attentato alla salute pubblica perché realizzavano un consumo e una coltivazione di marijuana "condivisi" per "allontanarsi da un mercato nero pieno di rischi" e senza "scopo di lucro". Il procuratore capo dei Paesi Baschi, Juan Calparsoro, ha annunciato allora che avrebbe presentato ricorso affinché il Tribunale Supremo entrasse nel vivo della realtà dei club social di cannabis e stabilisse un criterio, come è poi accaduto.
Ma esistono molte altre implicazioni. Con questa decisione, il comitato dei giudici riuniti annuncia che rivedrà la propria dottrina sull’autoconsumo della marijuana “per rendere più concreto” ciò che ha a che vedere con il consumo personale, sebbene esista da anni un dibattito giuridico –che è stato ora risolto in un solo colpo- sul carattere penale di queste associazioni, cosa che ha permesso in questo caso specifico un’attenuazione della pena, secondo quanto si afferma nell’accordo del comitato della Seconda sezione dell’Alta corte. La sentenza, che verrà redatta e pubblicata dopo l’estate, stabilirà in base ai punti che sono stati dibattuti, un aggiornamento della dottrina sull’autoconsumo condiviso.
Secondo la Piattaforma Regolamentazione Responsabile, che denuncia la propaganda e la faziosità politica del Tribunale Supremo in un comunicato, questa decisione rappresenta una grande sconfitta per l’attivismo cannabico e dimostra, ancora una volta, “la mancanza di obiettività e il collegamento perverso tenuto disgraziatamente in piedi tra il potere giudiziario e il governo, una presa di posizione chiaramente repressiva e vincolata al punto di vista del governo del Partido Popular, che ha insistito nel corso di tutto il suo mandato per cercare di criminalizzare questo movimento social”.
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